La cattedrale del mare

La Catedral del Mar, Ildefonso Falcones, Random House Mondadori, 2006

C’è un cordone che lega tutte le vicende storiche narrate in “La cattedrale del mare” ed è sicuramente la costruzione della straordinaria opera architettonica dedicata alla Vergine Maria. L’iniziativa prettamente popolare, si avvale del sacrificio dei bastaixos che si occupano di trasportare, pietra a pietra, il materiale proveniente dalla cava del promontorio del Montjuïc. La cattedrale è dunque dedicata al culto dell’immagine femminile per eccellenza del cattolicesimo, la Madonna, madre surrogata nella psiche dei due piccoli amici, divenuti poi fratellastri, Arnau e Joan. La sacralità dell’immagine astratta di madre si scontra con la brutale realtà delle madri reali e fisiche dei due ragazzi: una violentata nel giorno stesso del matrimonio e quindi sequestrata, e l’altra lasciata morire di stenti in un bugigattolo come punizione per un presunto tradimento (pratica avallata dalla legge). Parallelamente alla costruzione del maggior monumento alla maternità si sviluppa dunque una realtà atroce in cui la figura femminile diventa di vitale importanza solo se partorisce e per il resto rimane assolutamente secondaria e accessoria. Tra le varie e tragiche figure femminili, quella di Mar, di cui Arnau diventa tutore, e che pur essendo cresciuta nel migliore degli ambienti possibili per quell’epoca, non sfugge alla ferrea logica dei tempi: dopo il ratto, il violentatore che ha dei conti in sospeso con Arnau si offre di sposarla. La dote della ragazza sarà l’annullamento del debito. A convincere Arnau ad accettare l’offerta c’è Joan, divenuto esponente ecclesiastico di rilievo e inquisitore. La scena corale in cui la ragazza passa dal ritenere che Arnau sia andato a salvarla al comprendere che costui invece la sta consegnando al violentatore, oltre a essere straziante, è un sunto dei grandi equivoci che hanno avvolto lo stupro nel corso di secoli di storia.

Dopo che il “cavaliere del re” espone che le leggi in vigore non tengono in conto il desiderio di una fanciulla da matrimonio (bensì i desideri di convenienza altrui), il prete Joan, all’orecchio dell’affranto Arnau che si interroga su quale sia la volontà di Mar, si esprime in questi termini:

Non si tratta del suo desiderio Arnau -iterò Joan abbassando la voce – Si tratta del tuo obbligo. Fattene carico. Nessuno chiede l’opinione delle proprie figlie o pupille. Si decide sempre tenendo in conto il maggior beneficio per le ragazze. L’uomo ha deflorato Mar. Poco importa quale sia il desiderio della ragazza. O si sposa con lui, o la sua vita sarà un inferno. Devi decidere tu Arnau: una morte in più o la soluzione divina alla nostra trascuratezza“.*

La virilità, avallata da chiesa, leggi e sostegno sociale (nella scena, gli astanti approvano con mormorio gli argomenti del signorotto violentatore) che in altri ambiti è motivo di celebrazione -vedasi la figura dei bastaixos considerati autentici eroi per la loro missione portata avanti con enorme sacrifici- mostra in questa scena corale il suo lato oscuro.

Gli argomenti sollevati da “La cattedrale del mare” non si limitano ovviamente a questo specifico aspetto, ma mi piaceva l’idea di mettere in luce il dualismo nella visione della figura femminile molto ben colto e trasmesso in questo fantastico e indimenticabile romanzo.

Testo: Nadia Zamboni Battiston

*traduzione non ufficiale

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