Lingua d’epoca

Alcune scelte di stile che lo scrittore Arriaga condivide nella presentazione del suo nuovo romanzo Extrañas

Riassumere tutte le opere di Guillermo Arriaga, scrittore, sceneggiatore e regista messicano nato a Città del Messico nel 1958, richiederebbe notevole spazio e tempo; possiamo citare, tra i numerosi successi letterari Retorno 201Il bufalo della notteUn dolce odore di morte e Pancho Villa e lo Squadrone Ghigliottina, Il Selvaggio, Salvare il fuoco; tra i film, chi non ha visto Amores perros (2000), quasi sicuramente ha visto 21 grammi (2003) oppure Babel (2006). Ed ecco che nel 2023, Arriaga torna con un’opera avvincente e che un po’ sorprende -rispetto alla sua traiettoria- per l’ambientazione. Stiamo parlando di Extrañas che, a quanto ne so, si sta traducendo in italiano. Per il momento l’edizione in lingua spagnola è a cura di Alfaguara. A questo libro, senza cadere nello spoiling, ho dedicato un post in Acid Valley Magazine subito dopo averne completato la lettura, a cui rimando per le considerazioni più personali. Nel post menziono brevemente anche un dettaglio che qui invece svilupperò, riprendendo le parole dell’autore stesso, udite durante la presentazione e ripetute (molto generosamente, devo dire) in un thread di twitter. Lo scopo del post è dunque quello di riproporre un esempio e una lezione di scrittura dati in prima persona dallo scrittore. Procederò traducendo e mettendo in terza persona l’esposizione, perché io non sono l’autore, bensì un’umile discepola di tutti coloro che sanno mettere su carta una storia.

Teniamo conto del fatto che le regole a cui fa riferimento l’autore sono quelle della lingua spagnola; l’intenzione originaria era quella di trasmettere l’idea che l’opera fosse stata scritta nel XVIII secolo. Dunque una prima regola che l’autore si è imposto è stata la soppressione dell’uso del “che” (que, in spagnolo) e tutti i suoi derivati come perché, poiché (in spagnolo, porque, por que, e il composto aunque, in it. sebbene, e sicuramente altri che non ricordo). Chiaramente questa scelta ha comportato una ristrutturazione delle frasi che le portava ad avere un’assonanza più simile alla lingua di altre epoche. Altro sacrificio autoimposto è stata l’eliminazione del ricorso a qualsiasi avverbio che finisse in “-mente” (solamente, unicamente, ecc.). Non finisce qui: secondo la tradizione della lingua spagnola del diciottesimo secolo, le frasi non si concludono con un punto ma con una virgola e come lettrice, devo dire che questo approccio all’inizio spiazza abbastanza, lasciando un po’ col fiato corto, ma è solo questione di abituarsi al ritmo e si finisce per non farci più caso.

Credo che l’aspetto più complesso sia stata la ricerca di parole che fossero state incuneate nel 1790; il supporto idoneo per questa operazione è stato il dizionario Enclave della Real Academia Española che ha permesso all’autore di sapere quando una determinata parola fu utilizzata per la prima volta. Considerato che il romanzo fa riferimento agli albori della medicina, l’autore, per seguire questo principio, ha dovuto sopprimere un’enorme quantità di vocaboli e andare a studiare la terminologia anatomica e medica dello spagnolo dell’epoca. A questa ricerca l’autore aveva dedicato una postfazione in cui si spiegavano le corrispondenze ma, con l’accordo delle sue editrici, è giunto infine alla conclusione di non includerla nella versione finale. Possiamo immaginare che tra i motivi ci sia anche l’”agilità” e la volontà di non interrompere il ritmo serrato della narrazione.

La sostituzione dei vocaboli e le regole per ricreare la lingua dell’epoca hanno portato l’autore anche a scrivere una lettera nello stile inventato per Extrañas che alla fine non compare nel romanzo. Nell’insieme, si è trattato di un’operazione molto complessa che l’autore ha vissuto come una sfida (superata, diciamo noi). E dunque restiamo in attesa dell’edizione italiana e curiosi di leggere la traduzione di una scelta stilistica così “estrema”; attualmente, cioè nell’aprile 2023, il libro è stato pubblicato nei paesi di lingua spagnola e negli Stati Uniti. (n.z.b.)

Foto di copertina di Wendy Scofield su Unsplash

Fonti: presentazione del libro presso la libreria No Llegiu, Barcellona, nel marzo 2023; Wikipedia

Testi, traduzione: Nadia Zamboni Battiston

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